Nuove scoperte archeologiche nell’area della Villa dei Misteri degli scavi di Pompei hanno portato alla luce un complesso di epoca romana fino ad ora sconosciuto. Dopo la demolizione di una casa abusiva, sono stati trovati nuovi cunicoli utilizzati dai tombaroli. La scoperta è stata presentata durante un briefing di aggiornamento sulle collaborazioni tra la Procura di Torre Annunziata e il Parco Archeologico di Pompei, che hanno recentemente rinnovato un protocollo d’intesa. L’incontro si è svolto presso l’auditorium degli scavi di Pompei alla presenza del Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso, e del direttore del Parco archeologico Gabriel Zuchtriegel.

Zuchtriegel ha annunciato la scoperta di un muro con una breccia che porta a un criptoportico, in una parte della Villa dei Misteri mai esplorata prima. Questa rappresenta un’opportunità unica per far luce su questa parte inesplorata e per comprendere i danni causati dagli scavi clandestini, visto che sono state rinvenute molte tracce di cunicoli e gallerie.

Nell’area di Civita Giuliana, invece, è stato necessario chiudere al traffico a causa degli scavi clandestini che hanno danneggiato gravemente la zona. Zuchtriegel ha spiegato che sono stati scoperti un altro edificio di due piani e tracce del passaggio di un carro, insieme a un tetto ben conservato e ad un ambiente decorato. Purtroppo, i tombaroli hanno saccheggiato gli ambienti scavando su più livelli.

Il procuratore Fragliasso ha sottolineato l’importanza del protocollo in vigore dal 2019 e ha annunciato che attualmente sono in corso la mappatura e il censimento di 19 siti archeologici, con il sequestro di 3 di essi a causa di recenti tracce di scavi clandestini.

Una particolare attenzione è stata dedicata al Doriforo, la copia romana di una statua proveniente dagli scavi clandestini di Castellammare di Stabia e attualmente esposta al Museo di Minneapolis negli Stati Uniti. Il Museo non ha ancora restituito la statua nonostante un decreto di confisca e un sollecito dell’autorità giudiziaria di Washington. Il Ministero della Cultura, insieme al direttore generale dei musei Massimo Osanna, ha deciso di non collaborare con il museo di Minneapolis finché il Doriforo non sarà restituito.

La storia giudiziaria del Doriforo di Stabia è complessa e risale agli anni ’80, quando la statua fu sequestrata in Germania e finì nuovamente sul mercato clandestino prima di arrivare negli Stati Uniti. Il recupero della statua è ancora in corso attraverso una rogatoria internazionale, con documenti che ne accertano l’origine.

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