I giudici della Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione hanno depositato i motivi della pronuncia nei confronti di tre imputati nel processo al Nuovo Clan Partenio che avevano scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Il primo verdetto definitivo che accerta l’esistenza del sodalizio guidato da Pasquale Galdieri disarticolato da un’operazione della Dda di Napoli e dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino nell’ottobre del 2019. I giudici della Cassazione, hanno accolto in parte i ricorsi dei difensori di Elpidio Galluccio e Filippo Chiauzzi (recentemente scarcerati per la perdita di efficacia della misura cautelare nei loro confronti), gli avvocati Domenico Dello Iacono, Marcello Severino e Paturzo Veronica (l’altro imputato, Bianco Pasquale, difeso dall’avvocato Quirino Iorio, non rispondeva dell’associazione) sulla determinazione della pena nei confronti dei due, tanto che per entrambi dovrà decidere nuovamente la Corte di Appello di Napoli. Nessun dubbio però sull’esistenza del Nuovo Clan Partenio, che le difese avevano cercato di “censurare”. Per i magistati infatti “la ricostruzione delle sentenze di merito in ordine all’esistenza dell’associazione camorristica denominata “Nuovo clan Partenio” ed al ruolo svolto dai ricorrenti in tale sodalizio non sono ammissibili. In particolare il fatto che ” ha dato adeguatamente conto degli elementi, acquisiti anche attraverso indagini svolte nell’ambito di diversi procedimenti” in particolare due dei tre procedimenti riuniti nella maxi inchiesta dei Carabinieri del Nucleo Investigativo, dai quali secondo i magistrati “è emersa la nascita del sodalizio di cui si tratta, in occasione della detenzione dei capi storici del clan Genovese (la cui esistenza è stata accertata in giudizio già del 2003), condannati all’ergastolo, allorché il pregiudicato Galdieri Pasquale aveva creato un nuovo gruppo criminale, reclutando vecchi esponenti dal predetto clan ed altri personaggi della malavita avellinese. In particolare le risultanze del proc. 21885/17 rgnr, interessanti più direttamente la posizione dei ricorrenti, hanno consentito di rilevare come il “Nuovo clan Partenio” abbia reinvestito nell’usura i proventi delle attività illecite”. A deporre per la prova della presenza del clan una serie di elementi, snocciolati dai giudici: “le prove dell’esistenza del clan: a mero titolo di esempio, giova qui ricordare le dichiarazioni acquisite in ordine all’omicidio di Tornatore Michele, risultato avere un rilevante debito, frutto di usura, nei confronti degli “amici di Avellino”; le videoriprese effettuate presso l’autolavaggio di Dello Russo Carlo, riconosciuto come uno dei capi del sodalizio, dalle quali è emerso anche il saluto tra questo ed altro sodale dandosi un bacio sulle labbra, secondo antico e tipico rituale degli affiliati adassociazioni di stampo mafioso; la ricostruzione della gerarchia del sodalizio capeggiato dal predetto Galdieri Pasquale, con la collaborazione in ruolo apicale del fratello Nicola e del predetto Dello Russo, mentre Freda Renato viene indicato come factotum di Galdieri, il Galluccio autista del Dello Russo, oltre che dedito alle estorsioni insieme al Chiauzzi ed altri”. Ora si attende per i due imputati solo il processo di secondo grado bis per la rideterminazione delle pene.

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