Il 43enne Marcello Adini è stato rapinato della sua auto, minacciato con un fucile da caccia, e resta attualmente in carcere a seguito di un agguato avvenuto il 1 marzo a Scafati. L’aggressione è avvenuta insieme a un 31enne scafatese, per il quale il Giudice per le Indagini Preliminari ha deciso per i domiciliari. Le indagini del Nucleo operativo carabinieri di Nocera hanno rivelato che i due avevano nascosto un fucile da caccia in strada e poi erano entrati nell’auto insieme al proprietario.

Dopo aver preso il fucile, Adini ha minacciato la vittima che è riuscita a fuggire dall’auto. Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso l’intera sequenza, compreso il momento in cui i due indagati maneggiavano l’arma. Dopo la rapina, i due sono fuggiti velocemente e l’auto è stata trovata fuori strada con Adini all’interno. La vittima ha denunciato il furto ai carabinieri, ma Adini ha fornito una versione dei fatti ritenuta non credibile.

Secondo l’ipotesi dell’Antimafia, la rapina potrebbe essere legata a una contrapposizione tra gruppi camorristici sul territorio. Adini era stato ferito da proiettili esplosi da un gruppo di fuoco con un Ak47 il giorno dell’agguato. Non ci sono elementi che collegano la rapina a contesti di criminalità organizzata, ma si ipotizza che l’aggressione ad Adini sia stata una vendetta per fatti precedenti.

Il Gip ha escluso l’aggravante mafiosa per Adini e il suo complice, così come per la vittima. La procura ha evidenziato la reticenza dei testimoni e della vittima, che non ha sporto denuncia per il furto dell’auto. Resta comunque un’indagine in corso per fare luce su questa vicenda di violenza e criminalità.

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