L’omicidio dell’ingegnere Salvatore Coppola, avvenuto ieri sera a Napoli, ha scosso la città. Colpito al viso con un’arma da fuoco in un agguato di stampo mafioso, Coppola era un ex collaboratore di giustizia che aveva contribuito a far luce sulle dinamiche criminali di Napoli Est. Le sue dichiarazioni, rilasciate diversi anni fa, avevano portato a importanti arresti e processi riguardanti la presenza della camorra nel tessuto imprenditoriale della città.

Arrestato nel 2009 per usura e riciclaggio, Coppola aveva anche testimoniato al processo sulle infiltrazioni della camorra a Roma, rivelando contatti con il clan Mazzarella. L’agguato di ieri sera è avvenuto nei pressi del suo ufficio, con l’assassino che ha agito con modalità tipicamente camorristiche. La Squadra Mobile di Napoli sta indagando a fondo sull’accaduto, ma l’ipotesi più accreditata sembra essere quella della vendetta.

La morte di Coppola ha lasciato un vuoto in coloro che lo conoscevano e che avevano apprezzato il suo coraggio nel denunciare le attività criminali. La città di Napoli si stringe attorno alla famiglia dell’ingegnere, chiedendo giustizia e sperando che la verità venga a galla. Il sacrificio di Salvatore Coppola non deve essere vano, ma deve servire a combattere la criminalità e a proteggere chi decide di schierarsi dalla parte della legalità.

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