Il clan della 167 di Arzano ha subito un duro colpo con la recente sentenza emessa a seguito del processo per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso al bar Bellagio. I quattro esponenti del clan, Davide Pescatore, Giuseppe Bussola, Salvatore Lupoli e Antonio Alterio, sono stati condannati a 4 anni e 5 mesi di reclusione dopo aver tentato di estorcere al titolare del bar una tangente mensile di 2mila euro per “gli amici di Arzano”.
La denuncia del commerciante, supportata dalle immagini della videosorveglianza, ha portato all’arresto dei quattro membri del clan, che si erano resi protagonisti di atti criminali nel territorio. Nonostante i tentativi di imporre il pagamento del “pizzo”, il titolare del bar Bellagio ha avuto il coraggio di denunciare i malviventi, supportato dall’associazione SOS Impresa Antiracket Antiusura APS.
La cattura dei quattro elementi del clan è stata possibile grazie all’operato delle forze dell’ordine, che hanno coordinato le indagini e l’esecuzione del provvedimento giudiziario. In particolare, Davide Pescatore, considerato un elemento di spicco del clan della 167 di Arzano, è stato arrestato grazie all’utilizzo di droni da parte dei carabinieri.
La condanna dei quattro membri del clan dimostra che la lotta alla criminalità organizzata è una priorità per le autorità competenti. Il coraggio del commerciante nel denunciare i malviventi è un esempio di resistenza alla camorra e di speranza per tutti coloro che sono vittime di estorsioni e minacce da parte della malavita.
La sentenza emessa nei confronti del clan della 167 di Arzano è un segnale chiaro che la legge è più forte della criminalità e che coloro che si macchiano di reati devono rispondere delle proprie azioni di fronte alla giustizia. Speriamo che questo caso possa essere un esempio per altri commercianti che subiscono pressioni e ricatti da parte della mafia, incoraggiandoli a denunciare e a non piegarsi alle minacce.

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