Nel corso del 2023, si sono verificati 98 episodi di intimidazioni ai giornalisti, con un calo dell’11,7% rispetto all’anno precedente. Questi dati emergono dal report del Servizio analisi criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza, presentato durante il meeting dei Focal Points nazionali nell’ambito del Progetto Osce sulla sicurezza dei giornalisti.
Dai numeri emersi, si evince che il 40,8% delle intimidazioni è avvenuto in contesti politico/sociali, mentre il 12,2% è riconducibile alla criminalità organizzata. Tra i vari canali utilizzati per perpetrare tali atti, i mezzi digitali, in particolare Facebook e le e-mail, sono stati i più frequentemente impiegati.
Le regioni con il maggior numero di casi sono il Lazio, la Lombardia, la Campania, la Calabria e la Sicilia. Nelle aree metropolitane, Roma, Milano, Reggio Calabria e Napoli risultano essere le città più colpite.
È preoccupante il fatto che molte vittime di queste intimidazioni non abbiano presentato denuncia-querela. Complessivamente, nel 2023 sono stati coinvolti 92 professionisti dell’informazione, di cui il 22,8% donne e il 77,2% uomini. Inoltre, l’8% delle segnalazioni riguarda intimidazioni ai danni di sedi giornalistiche o troupe non meglio specificate.
È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della libertà di stampa e della tutela dei giornalisti, affinché episodi del genere possano essere contrastati e prevenuti.