Il Tribunale civile di Napoli ha richiesto una nuova consulenza in merito alla morte di un giovane di 25 anni avvenuta nel 2019 in un ospedale di Napoli durante un trattamento sanitario obbligatorio. Secondo i legali della famiglia, il trattamento sarebbe stato eseguito senza l’autorizzazione sindacale necessaria e ci sarebbe stata un’incompatibilità nella scelta del consulente, poiché la psichiatra nominata aveva lavorato per trent’anni nell’ASL Napoli 1, di cui faceva parte la struttura ospedaliera in cui è avvenuto il decesso.
Queste circostanze emerse durante le indagini difensive hanno portato il giudice Claudia Colicchio a ordinare una nuova consulenza tecnica d’ufficio e a rinviare il processo al prossimo 26 settembre.
Il giovane, A.F., fu portato in ospedale la sera del 28 marzo 2019 a causa di una violenta crisi psichiatrica. Dopo essere stato sedato, il giorno successivo è stato colto da un’altra crisi e i sanitari hanno somministrato farmaci e una terapia. Tuttavia, la sera del 9 aprile 2019 è deceduto durante una nuova crisi, con i medici che hanno rilevato il decesso durante la ricognizione mattutina dei pazienti.
Secondo gli avvocati, nella documentazione dell’ospedale non vi è alcun documento autorizzativo per il trattamento sanitario obbligatorio e nessuna ordinanza sindacale che ne attesti la regolarità. Questa circostanza è stata ammessa anche dall’ASL nella memoria difensiva presentata.
Il processo è in corso e si attendono ulteriori sviluppi in merito a questa triste vicenda.