Ventisei anni di reclusione in due. Questa è la richiesta del pm Bianca Rinaldi per Francesco Pecoraro e Fedele Schipani, coinvolti nella vicenda della lupara bianca di Sergio Giordano, capozona di Pontecagnano Faiano, ucciso nel 1993. La vendetta interna al clan Pecoraro-Renna sembra essere il movente dietro a questo omicidio.

La requisitoria della pubblica accusa riguarda solo coloro che hanno optato per il rito abbreviato, tra cui il fratello del boss Giovanni Pecoraro e il collaboratore di giustizia Rosario ‘u pasticciere. Il capoclan Pasquale Renna, invece, non ha scelto questa procedura che prevede uno sconto sulla pena.

Nelle prossime settimane il giudice Annamaria Ferraiolo dovrà decidere sul rinvio a giudizio di Pasquale Renna e sulle richieste di condanna avanzate dal pm. Alfonso Pecoraro, affetto da gravi problemi di salute, è stato stralciato dal procedimento penale.

Questa vicenda mette in luce ancora una volta la brutalità e la violenza che caratterizzano il mondo della criminalità organizzata, con vendette interne che portano a tragici epiloghi come quello di Sergio Giordano. La giustizia dovrà fare il suo corso, ma resta il rammarico per vite spezzate e famiglie distrutte a causa di queste azioni criminose.

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