Dai consumatori ai trafficanti di hashish, anche se sono molto giovani. Si inizia presto a consumare cannabis e anche a venderla per potersi permettere, in molti casi, il consumo di altre sostanze stupefacenti. Un quadro di dipendenza che è emerso dai recenti arresti di due giovani trafficanti. Come legge questo dato Nello Baselice, responsabile del Centro interdipartimentale per le dipendenze e il disagio psichico della Asl?

“L’approccio precoce alla cannabis è dovuto al fatto che è una sostanza che oggi sembra normalizzata come l’alcol, anche se bisogna considerare che la situazione, pur nella sua gravità, è in linea con i dati nazionali. Purtroppo l’Italia ha un primato negativo, visto che già dal 2022 circa il 42% dei ragazzi tra i 12 e i 15 anni fa un uso abituale di cannabis, secondo i dati dell’Emcdda, l’ente europeo di monitoraggio sull’uso di droghe e alcol. Questa normalizzazione comporta un’accettazione sociale dell’uso di sostanze che si ritiene non producano danni come altre droghe, cosa che scientificamente non è vera. È un’opera di disinformazione di massa che circola soprattutto tra i giovani. Tra di loro non c’è consapevolezza sul livello di tossicità che hanno i cannabinoidi oggi, considerando anche il fatto che sul mercato sono state introdotte 120 nuove varietà, alcune delle quali ad alto tasso di tossicità. Addirittura si pensa che la cannabis faccia bene perché viene usata anche per scopi terapeutici e che sia meno dannosa del tabacco; questi sono i luoghi comuni che oggi giustificano tutte le strade di accesso al consumo di cannabis”.

C’è un altro dato inquietante: spacciano per procurarsi i soldi per comprare altre sostanze stupefacenti. Perché questo cortocircuito?

“Aggiungo un altro elemento: si spaccia per avere soldi per poter fare anche altre cose. Ci sono molti minori che spacciano per poter giocare o per pagare debiti di gioco, soprattutto il gioco online. La Campania è la prima regione in Italia per diffusione del gioco online, che sta prendendo piede tra i giovani grazie alla loro abitudine a frequentare la rete. Oggi ci sono giochi anche per minori che promuovono in modo elevato la vincita basata sulla sorte, il videogioco è sempre meno centrato sullo sviluppo delle abilità ma più che altro sul meccanismo delle scommesse”.

Anche per l’alcol si riscontrano situazioni analoghe?

“L’abitudine a bere alcolici coinvolge una fascia sempre più precoce, abbiamo dodicenni e tredicenni che vengono avviati all’alcol nelle feste private. Inoltre sia la cannabis che l’alcol colmano il senso di vuoto, di precarietà, possono in qualche modo abbassare il livello di angoscia e facilitare le relazioni. Sono sostanze che entrano in contesti sociali ristretti come il gruppo dei pari, quindi se non ti adegui alle regole del gruppo vieni escluso. La cannabis e l’alcol hanno una funzione di potenziamento reciproco: la cannabis serve a modulare gli effetti del consumo elevato di alcol, l’alcol attenua l’impatto della cannabis”.

Che azioni di prevenzione si possono mettere in atto?

“C’è la necessità di un ripensamento da parte degli adulti rispetto all’uso di droghe che una volta erano considerate leggere ma che oggi, dal punto di vista chimico, non lo sono più; dal punto di vista neurologico ad esempio sono devastanti sullo sviluppo del cervello. Rivolgo un appello affinché gli adulti si informino e vengano aiutati dai servizi preposti per poter riconsiderare l’uso della cannabis e dell’alcol nei minori come un dazio da pagare alla giovane età. È importante lavorare sulle famiglie con bambini piccoli per educarli all’uso responsabile del mondo digitale, che può diventare una grande autostrada per comportamenti pericolosi”.

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