I lavori di messa in sicurezza della strada Mingardina a Marina di Camerota hanno portato a una controversia legale che ha visto il Comune perdere la causa contro i Ministeri della cultura, dell’interno e dell’ambiente. Il Tar ha respinto il ricorso presentato dal sindaco Mario Scarpitta, condannando l’ente al pagamento delle spese legali.

La sentenza del Tar è chiara: i lavori eseguiti tra Cala del Cefalo e Cala Finocchiara, compreso l’uso di materiale esplosivo, sono stati giudicati illegittimi. In diciotto pagine i giudici hanno evidenziato le irregolarità nel procedimento adottato dal sindaco per la rimozione dei massi pericolanti.

I giudici hanno sottolineato che i lavori potevano essere effettuati attraverso l’ordinario potere di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, senza la necessità di ricorrere a una somma urgenza. La conformazione geologica del sito in questione è stata difesa dalla Soprintendenza, che ha emesso l’ordinanza contestata dal Comune.

Le associazioni Italia nostra e Per un comune migliore si sono mostrate soddisfatte della decisione del Tar, rappresentate dall’avvocato Adolfo Scarano. Il sindaco aveva chiesto l’annullamento dell’ordinanza che aveva sospeso i lavori, ma i giudici hanno escluso la somma urgenza e il pericolo invocato dal primo cittadino.

Adolfo Scarano ha annunciato che invierà una lettera alla Procura per chiedere un intervento in merito alla situazione. Il rischio che il sindaco possa ripetere il reato è alto, quindi è necessario adottare le misure necessarie per garantire il rispetto della legge e la protezione dell’ambiente.

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