La giornata di ieri è stata caratterizzata dal dibattito sugli indizi di colpevolezza e sulle esigenze cautelari riguardanti i medici del San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, Enrico Coscioni, Gerardo Del Negro, Francesco Pirozzi, Aniello Puca e Pietro Toigo. Questi cinque professionisti sono stati interdetti dall’attività professionale per periodi che vanno da sei mesi a un anno, a seguito delle accuse mosse nei loro confronti.

La pm Licia Vivaldi ha sottolineato la necessità di sospendere il dottor Coscioni anche dall’esercizio del pubblico ufficio quale presidente dell’Agenas, mentre il gip Piero Indinnimeo ha respinto questa richiesta. Secondo il magistrato, il modus operandi utilizzato da Coscioni nella vicenda Maddalo potrebbe ripetersi in altre occasioni e ambiti lavorativi.

Le difese, rappresentate da un collegio di avvocati, hanno invece discusso principalmente sulle esigenze cautelari, considerando il tempo trascorso dall’intervento chirurgico che ha portato alla morte di Umberto Maddalo a causa di un lembo di garza “dimenticato” nel suo corpo. L’udienza è stata lunga e ora spetta ai giudici del Tribunale del Riesame decidere sugli appelli presentati.

Ricordiamo che i cinque medici sono stati sospesi dall’attività medica a marzo scorso, in seguito alle accuse di “intervento chirurgico imprudente” e condotta colposa. L’inchiesta è ancora in corso e si dovrà attendere la decisione del Tribunale per capire come si evolverà la situazione.

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