Un collezionista di 77 anni, M.S., si è trovato nei guai quando ha tentato di vendere uno dei 36 capolavori firmati Pablo Picasso che possedeva in casa. La Fondazione Picasso ha bloccato la vendita, dichiarando che il dipinto in questione era un falso. Ora l’uomo è indagato per detenzione di opere contraffatte e ricettazione, ma si prepara a difendersi in tribunale per dimostrare l’autenticità di tutte le opere che possedeva.

Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Roma ha deciso di nominare un perito super partes per valutare la situazione, dato che le consulenze di parte dell’accusa e della difesa hanno dato esiti contrastanti. Le opere sono state sequestrate dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Salerno nel gennaio 2018, quando il collezionista aveva chiesto l’autorizzazione per esportarne una a Dubai.

La Fondazione Picasso ha emesso un parere negativo sulla autenticità del dipinto, scatenando l’indagine che ha portato alle attuali accuse contro M.S. Ora, in aula, sarà il perito nominato dal giudice a valutare la situazione e a determinare se le opere sono effettivamente contraffatte o meno. La vicenda si prospetta quindi complessa e interessante, con il collezionista che si prepara a difendere la sua collezione di “capolavori” firmati da uno dei più grandi artisti del Novecento.

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