La tragedia di Campolongo: il tempo intercorso tra l’attacco dei cani e la richiesta di aiuto

La mattina della tragedia che ha colpito la piccola comunità di Campolongo, sono trascorsi circa trenta, quaranta minuti tra l’attacco dei cani e la richiesta di aiuto ai soccorritori. La telefonata di aiuto è giunta alle 8.28, ma le urla provenienti dalla villetta gialla sono state udite dai residenti qualche minuto prima delle 8. Gli investigatori sono ora impegnati a ricostruire cosa è accaduto nel tempo trascorso tra l’incidente e la richiesta di pronto intervento.

Al vaglio degli investigatori ci sono i tabulati telefonici dei familiari del piccolo Francesco Pio, che potrebbero fornire importanti informazioni sulle circostanze dell’accaduto. Sono indagati i proprietari dei cani, Gaia Sabato e Fabio Fiorillo, gli zii del bambino presenti sul luogo della tragedia, Simone e Giuseppe Santoro, e la madre Paola Ferrentino, tutti accusati di omicidio colposo per omessa custodia degli animali.

Durante la fiaccolata in memoria del piccolo Francesco Pio, il nonno Franco ha ricostruito le fasi dell’incidente, sottolineando la gravità della situazione. I familiari del bambino chiedono giustizia e la nonna materna, Alfredina, punta il dito contro i proprietari dei pitbull, chiedendo che chi ha sbagliato paghi per quanto accaduto.

Il sindaco di Eboli, Mario Conte, ha espresso la necessità di maggiori controlli riguardo ai cani potenzialmente pericolosi e ha ipotizzato la creazione di un regolamento comunale per stabilire regole più ferree. Chiede inoltre l’uso di museruole e guinzagli e auspica la creazione di una patente per i possessori di cani ritenuti pericolosi a livello nazionale.

La tragedia di Campolongo deve far riflettere l’Italia sull’importanza di rispettare le norme di sicurezza riguardanti gli animali domestici e sulla necessità di prevenire simili eventi in futuro.

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