Il caso dell’ex barman Alessandro Impagnatiello, attualmente sotto processo per l’omicidio della sua ex fidanzata incinta Giulia Tramontano, ha fatto scalpore nelle ultime settimane. Durante un’ispezione domestica da parte dei carabinieri, l’uomo ha tentato di giustificare la presenza di veleno per topi nel suo zaino con una spiegazione alquanto singolare: lo utilizzava per allontanare le enormi pantegane che infestavano i gradoni di piazza Croce Rossa, dove lui e i suoi amici si ritrovavano per fumare marijuana dopo il lavoro.

Le immagini mostrate durante la trasmissione “Quarto Grado” hanno evidenziato la reazione sospetta di Impagnatiello di fronte alle domande dei carabinieri, suggerendo che la sua spiegazione potesse nascondere qualcosa di più oscuro. E infatti, successivi esami tossicologici hanno rivelato la presenza di sostanze tossiche compatibili con il veleno per topi nel corpo di Giulia Tramontano e del feto che portava in grembo.

Inoltre, è emerso che l’ex barman aveva effettuato numerose ricerche su internet riguardanti metodi per avvelenare un feto, poco dopo aver appreso della gravidanza di Giulia. Questi elementi hanno scatenato un’ondata di indignazione e sospetto nei confronti di Impagnatiello, il quale ora dovrà rispondere delle sue azioni davanti alla giustizia.

La vicenda ha scosso profondamente l’opinione pubblica e sollevato interrogativi sulla sicurezza delle donne in gravidanza e sulla violenza di genere. Sono in corso ulteriori indagini per fare piena luce su questo tragico episodio e assicurare che giustizia sia fatta per Giulia Tramontano e per il suo bambino.

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