Il caso del piccolo Francesco, trovato annegato in mare tra le braccia della madre lo scorso 2 gennaio, continua a suscitare dibattiti e polemiche. Il padre del bambino, Elio, non accetta le conclusioni dei periti che parlano di una presunta psicosi temporanea della donna come causa dell’omicidio. Secondo lui, ci sarebbe stata premeditazione e volontarietà nel gesto della moglie, che avrebbe agito in modo calcolato e consapevole.

Durante l’udienza del processo a carico di Adalgisa Gamba, la difesa ha cercato di sottolineare la temporanea incapacità della donna di intendere e di volere, attribuendo parte delle responsabilità alla famiglia per non averla supportata adeguatamente. Tuttavia, la posizione del padre è ferma: vuole giustizia per suo figlio e ritiene che chi toglie la vita debba essere punito.

La madre del piccolo Francesco temeva che il bambino fosse malato, dato che entrambi i genitori avevano problemi di salute mentale. Tuttavia, secondo i periti, non si può ritenere Adalgisa responsabile della morte del figlio. Il marito, al contrario, è convinto che la moglie abbia agito in modo premeditato e che non avesse mai desiderato quel bambino.

Il caso continua a dividere l’opinione pubblica e ad alimentare polemiche sulla responsabilità della madre e sulle possibili cause che hanno portato alla tragedia. Resta da capire quale sarà l’esito del processo e se sarà possibile fare luce su quanto accaduto quella terribile notte di gennaio.

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