La Cassazione ha deciso di riaprire il caso dei sequestri della Sidigas, annullando e rinviando ad una nuova sezione del Tribunale di Avellino l’ordinanza del Tribunale del Riesame. Questa decisione è stata presa in seguito al ricorso presentato dagli avvocati Olindo Preziosi e Valerio Freda, che hanno contestato la scelta della Procura della Repubblica di Avellino di sequestrare direttamente i beni personali dell’indagato, anziché i beni aziendali.

La difesa di De Cesare ha sempre sostenuto che il provvedimento originario emesso dal Gip Rotondi doveva riguardare principalmente i beni societari, e solo in caso di insufficienza, i beni personali dell’indagato. Tuttavia, la Procura ha proceduto al sequestro dei beni personali, lasciando liberi i gasdotti e altri beni aziendali. Dopo il dissequestro parziale per estinzione del debito tributario, la difesa ha chiesto nuovamente il dissequestro, ma la Procura ha ritenuto che il sequestro fino a quel momento effettuato fosse insufficiente.

Di conseguenza, è stata presentata un’istanza al Gip che è stata però respinta, nonostante la possibilità di sequestrare i gasdotti. Il Tribunale del Riesame di Avellino ha poi respinto la richiesta, portando alla decisione di fare ricorso in Cassazione. I giudici hanno quindi deciso di rinviare la questione al Tribunale di Avellino per una nuova valutazione del caso.

Questa decisione della Cassazione apre nuove prospettive sul caso dei sequestri della Sidigas, che potrebbero portare a un nuovo esito del procedimento. Resta da vedere quale sarà la decisione del Tribunale di Avellino e quali saranno le conseguenze per l’indagato e la sua azienda.

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