Quattro persone sono attualmente imputate davanti al gup del tribunale di Benevento per aver utilizzato un drone per introdurre telefoni cellulari e schede intestate a persone inesistenti negli istituti di pena. Questo episodio ha destato preoccupazione e ha portato alla costituzione di parte civile da parte dell’Avvocatura dello Stato del Ministero di Grazia e Giustizia. Il Ministero ritiene che queste incursioni di droni negli istituti di pena abbiano causato problemi di vario genere, tra cui danni all’immagine e alla sicurezza.

Gli imputati, Simone Iacomino, Veronica Virgilio, Salvatore Sbrescia e Vasil Dziatko, sono accusati di aver creato un’organizzazione che si occupava delle consegne di telefoni cellulari all’interno di diversi istituti di pena. L’indagine è stata avviata dalla Procura di Asti e si è conclusa con un’ordinanza del gip piemontese, che ha poi trasmesso il caso a Benevento per competenza territoriale. Si ritiene che le consegne siano avvenute in diverse carceri italiane.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, uno dei membri dell’organizzazione si posizionava a distanza dal carcere e consegnava la merce a un complice all’interno dell’istituto, che si occupava poi della commercializzazione dei telefoni. A capo dell’organizzazione si trovava Simone Iacomino, che si occupava di ricompensare gli altri membri.

L’udienza per i quattro imputati è stata fissata per l’8 luglio, mentre i difensori hanno chiesto di beneficiare del rito abbreviato. Si tratta di un caso grave che ha messo in luce il problema della sicurezza nelle carceri italiane e che potrebbe portare a un cambio di norme per prevenire episodi simili in futuro.

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