Il caso di Avellino del 2020 che ha coinvolto il dottore Giuseppe Russo ha finalmente visto una sentenza emessa nei confronti dei responsabili dell’aggressione subita dal medico. La vicenda risale al dicembre 2020, quando il figlio di un paziente covid ha tentato di forzare l’ingresso della palazzina dedicata ai malati. Di fronte alla resistenza opposta dal dottor Russo, l’aggressore ha preso un estintore e lo ha usato per colpire il medico.

Questa aggressione ha lasciato un segno profondo nella comunità medica, già messa sotto pressione durante l’emergenza sanitaria. Il dottor Russo, con il sostegno di amici e colleghi, ha deciso di denunciare l’accaduto. Dopo quasi quattro anni, la sentenza è stata emessa: la moglie del paziente è stata condannata a 4 mesi di reclusione (con pena sospesa), mentre il figlio a 10 mesi di reclusione (senza sospensione della pena).

Il dottor Russo ha espresso la sua soddisfazione per la sentenza, sottolineando l’importanza di non tollerare la violenza nei confronti degli operatori sanitari. Il segretario dell’Anaoo Assomed, dottor Carmine Sanverino, ha commentato che questo caso esemplare dovrebbe incoraggiare tutti i sanitari a denunciare qualsiasi forma di abuso o violenza subita sul lavoro. È fondamentale che medici e infermieri possano svolgere le proprie mansioni in un ambiente sereno e sicuro, rispettando le norme del vivere civile.

Questa sentenza rappresenta un passo importante nella difesa dei diritti dei professionisti della salute e nella promozione di un clima di rispetto e sicurezza nei luoghi di lavoro. Bisogna dare un segnale forte contro qualsiasi forma di violenza e abuso, garantendo a tutti il diritto di lavorare senza temere aggressioni o offese.

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