La lotta al traffico di droga all’interno delle carceri italiane è un problema sempre più frequente, come dimostrano i recenti episodi avvenuti presso il Centro penitenziario di Secondigliano a Napoli. La Polizia Penitenziaria ha fermato la madre di un detenuto che nascondeva 100 grammi di hashish nelle calze mentre si accingeva ad avere un colloquio con il figlio.

Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria ha elogiato il personale del centro penitenziario per la loro professionalità nel contrastare il traffico di sostanze stupefacenti nonostante la carenza di organico. Tuttavia, il problema dell’ingresso di droga in carcere è sempre più diffuso a causa del numero crescente di tossicodipendenti ristretti nelle strutture italiane.

Secondo il Sindacato, è importante che le persone affette da dipendenze possano ricevere cure adeguate al di fuori del carcere, anziché essere imprigionate per il loro stato di dipendenza. Inoltre, è fondamentale intensificare le attività di prevenzione e utilizzare strumenti come unità cinofile per contrastare i tentativi di ingresso di droga in carcere.

Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria chiede provvedimenti adeguati per ripristinare la sicurezza e la legalità all’interno delle carceri, tra cui un incremento straordinario di organico e la fornitura di strumenti tecnologici utili per contrastare le criticità denunciate continuamente. Soltanto con un impegno concreto e una maggiore attenzione da parte delle autorità competenti sarà possibile combattere efficacemente il traffico di droga all’interno delle carceri italiane.

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