L’industriale coinvolto nell’inchiesta riguardante presunti legami con le cosche camorristiche si difende con fermezza durante l’interrogatorio di garanzia. Assistito dall’avvocato Gregorio Sorrento, l’uomo sostiene di non avere alcun legame con i clan criminali e di non aver mai avuto a che fare con camorristi.
Nel frattempo, i boss Andrea De Vivo e Francesco Fezza hanno scelto di non rispondere alle domande del giudice durante l’udienza al Tribunale di Salerno.
Un’altra persona coinvolta nell’operazione, Felice Aquino, è stata raggiunta da un’altra ordinanza e ha visto convalidato il suo fermo in carcere a Secondigliano. Durante il blitz delle forze dell’ordine, è stato trovato in possesso di una pistola clandestina nella sua abitazione di Boscoreale.
Lunedì mattina è previsto l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice Indinnimeo per Aquino e gli altri arrestati nell’ambito dell’operazione congiunta di carabinieri e polizia su richiesta della Dda salernitana. Le accuse vanno da associazione per delinquere di stampo mafioso a detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni, rapine, ricettazione e detenzione illegale di armi, tutti aggravati dal coinvolgimento di metodi e fini mafiosi.