Cesare Bianco, 58 anni, affiliato al clan dei Casalesi fazione Schiavone, non avrà nessuno sconto di pena. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso contro l’ordinanza della Corte d’Assise d’Appello che rigettava la richiesta di collegare l’omicidio di Giovanni Parente al suo coinvolgimento nella consorteria criminale. La Corte ha stabilito che non vi è una diretta correlazione tra l’ingresso di Bianco nel clan e l’assassinio di Parente, avvenuto nel 1996. Secondo i giudici, all’epoca dell’affiliazione, Bianco non era coinvolto in omicidi e solo in seguito, diventando più coinvolto, ha iniziato a parteciparvi. L’omicidio sarebbe stato deciso solo nel 1996 a seguito di fatti coevi. Pertanto, il ricorso è stato respinto.