Torre Annunziata. Omicidio di Maurizio Cerrato: confermate condanne in appello. La giustizia ha fatto nuovamente il suo corso nella vicenda dell’omicidio di Maurizio Cerrato, il custode del Parco Archeologico di Pompei ucciso brutalmente per una questione di parcheggio. I giudici della quinta Sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli hanno confermato la sentenza di primo grado per i quattro uomini accusati del delitto.

Antonio Cirillo, il responsabile materiale della coltellata mortale, dovrà scontare 23 anni di carcere insieme a suo padre Francesco Cirillo e ai fratelli Giorgio e Domenico Scaramella. La vedova Tania e la figlia Maria Adriana erano presenti in aula come parti civili, assistite dagli avvocati Giovanni Verdoliva e Antonio Marinaro, oltre che dalla Fondazione Polis e dal Comune di Torre Annunziata.

In primo grado i quattro imputati erano stati condannati a 23 anni di reclusione ciascuno per omicidio, con il riconoscimento del concorso anomalo per Giorgio Scaramella. Il collegio difensivo degli imputati era composto dagli avvocati Antonio Iorio, Antonio de Martino, Antonio Rocco Briganti e Maria Montuori. Alla fine dell’udienza, Domenico Scaramella ha mandato baci ai familiari prima di essere riportato in carcere.

La famiglia di Maurizio Cerrato può finalmente trovare un po’ di pace, sapendo che i responsabili del suo vile omicidio pagheranno per il male compiuto. La giustizia è stata fatta, ma resta comunque il dolore e la sofferenza per una vita spezzata in modo così violento.

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