Quattro uomini sono stati condannati in appello per l’omicidio di Maurizio Cerrato, il custode del Parco Archeologico di Pompei ucciso tre anni fa dopo una lite per un parcheggio. La sentenza di primo grado è stata confermata e dovranno scontare 23 anni ciascuno di carcere. Antonio Cirillo, che ha sferrato la coltellata mortale, suo padre Francesco Cirillo e i fratelli Giorgio e Domenico Scaramella sono stati riconosciuti colpevoli. La vedova Tania e la figlia Maria Adriana erano presenti in aula come parti civili, rappresentate dagli avvocati Giovanni Verdoliva e Antonio Marinaro. Anche la Fondazione Polis e il Comune di Oplonti erano presenti come parti civili.
In primo grado i quattro imputati erano stati condannati per omicidio con il riconoscimento del concorso anomalo per Giorgio Scaramella. Il collegio difensivo degli imputati era composto da vari avvocati. Dopo la sentenza, Domenico Scaramella ha mandato baci ai familiari prima di tornare in carcere, mentre Maria Adriana era visibilmente commossa.
L’efferato delitto avvenuto nel garage di via IV Novembre a Torre Annunziata ha scosso l’opinione pubblica e la conferma della condanna in appello porta un po’ di giustizia per la famiglia della vittima. Speriamo che casi come questo non si ripetano e che la giustizia possa sempre prevalere.