Il presunto boss Oscar Pecorelli, detenuto nel carcere di massima sicurezza di Opera, avrebbe gestito il suo impero criminale come un vero manager internazionale. Utilizzando la tecnologia informatica, avrebbe organizzato summit tramite whatsapp e skype, inviato ordini via mail e controllato le attività criminali dei suoi uomini di fiducia da una cella di Milano. Le indagini condotte dalla Procura di Napoli hanno portato al sequestro di beni per cinque milioni di euro, tra cui società, denaro tradizionale, rolex e bitcoin, e all’arresto di numerosi complici. Pecorelli avrebbe continuato a comunicare con l’esterno attraverso il sistema delle mail, violando le regole imposte dall’autorità giudiziaria. L’inchiesta ha coinvolto anche professionisti estranei al crimine organizzato, come un esperto informatico e un’avvocato, sospettati di aver partecipato a operazioni di riciclaggio di denaro. La Procura ha sequestrato 500mila euro in contanti e 21 orologi di pregio, ma è probabile che altri dettagli emergeranno dalle mail sequestrate. Oscar Pecorelli, difeso dall’avvocato Domenico Dello Iacono, avrà modo di difendersi nel corso del procedimento a suo carico.

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