Si avvicina un’altra udienza per il processo del crollo in galleria Umberto a Napoli, che ha causato la morte del giovane Salvatore Giordano e gravi ferite a molte altre persone. La galleria Umberto è un monumento storico di proprietà del Comune di Napoli, e il fregio dell’arco che sostiene la volta è un elemento fondamentale per la stabilità della struttura. Durante l’ultima udienza davanti alla Corte d’Appello di Napoli, il procuratore generale ha sottolineato che la pubblica amministrazione è l’unica responsabile della tutela del patrimonio storico e artistico della Nazione.
Gli imputati nel processo hanno rinunciato alla prescrizione per difendere la propria innocenza e contestare la sentenza di primo grado, che li ha condannati per la mancata tutela del monumento. Testimonianze e documenti acquisiti durante il processo confermano che il frontone incriminato è di proprietà pubblica e che il Comune di Napoli ha la responsabilità della sua manutenzione.
Il procuratore generale ha parlato di una manutenzione carente che è stata segnalata più volte dai condomìni adiacenti, ma che non è stata effettuata in tempo. Nonostante le evidenze presentate in aula, il procuratore ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado, confondendo la divisione tra la parte privata e pubblica della galleria.
Il difensore degli imputati ha sottolineato che attribuire al frontone un ruolo decorativo delle facciate dei condomini confinanti non giustifica l’obbligo della sua manutenzione. Se si applicasse lo stesso principio alla fontana di Trevi, l’obbligo ricadrebbe esclusivamente sui proprietari del palazzo Poli, come nel famoso film “Totò Truffa 62”. La questione della proprietà e della manutenzione della galleria Umberto a Napoli è quindi ancora aperta, in attesa della prossima udienza.