L’omicidio di Salvatore Marangio, avvenuto quattro anni fa a Napoli, rimane avvolto nel mistero nonostante l’identificazione del colpevole, Gaetano Grossi, e delle circostanze che lo hanno portato a commettere il delitto. Nonostante la condanna in primo grado, Grossi ha recentemente ottenuto una riduzione della pena grazie alla decisione della Corte d’Appello di Napoli, che ha escluso l’aggravante della premeditazione.

Nonostante le prove a carico di Grossi, il movente dell’omicidio rimane ancora sconosciuto. Non emergono complici o mandanti dall’indagine condotta dagli inquirenti, e sembra che il delitto sia stato commesso autonomamente da Grossi in seguito a un contrasto con la vittima.

Marangio, che si trovava agli arresti domiciliari al momento dell’agguato, non ha avuto scampo quando è stato raggiunto da Grossi e ucciso con cinque colpi di pistola in piazza Volturno. Le indagini condotte dalla procura antimafia e dalla squadra mobile della questura hanno portato alla luce dettagli sulla vita e sulle attività del colpevole, che era già noto alle forze dell’ordine per reati minori.

Nonostante la condanna di Grossi, il caso continua a suscitare domande e a mantenere un alone di mistero intorno al movente dell’omicidio. La vicenda, legata a clan criminali e al contrasto tra le famiglie coinvolte, rimane ancora parzialmente irrisolta nonostante gli sforzi degli inquirenti per far luce sulla verità.

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