Il conio del principe longobardo Gisulfo II mostra una rappresentazione semplificata della città di Salerno, con le mura, il castello sulla sommità del colle e numerose torri. Le mura difensive della città hanno subito nel tempo numerose modifiche, a partire da Arechi II, un personaggio legato alla Chiesa di San Benedetto a Salerno. Le mura e le torri rappresentate sulla moneta di Gisulfo II sono oggetto di studio da parte di storici come Arcangelo Amarotta, Vincenzo De Simone e Mario Dell’Acqua.

Il “Chronicon Salernitanum” riporta storie e vicissitudini della Langobardia Minor, tra cui la vicenda del principe Guaiferio e degli agareni. Grazie all’intuito di Guaiferio, che seppe approfittare di un momento critico per i saraceni impegnati su altri fronti, si riuscì a bloccare definitivamente l’avanzata nemica. Questo episodio portò alla costruzione di nuove torri difensive, come la Torre dei Ladri e la Torre di Carnale.

Il conio di Gisulfo II rappresenta quindi non solo un simbolo della dominazione longobarda a Salerno, ma anche una testimonianza storica di un periodo di grande importanza per la città.

Articolo precedenteScacco ai locali del Centro di Salerno
Articolo successivoOperazione sicurezza a Fisciano

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui