Ieri, a Avellino, il Tribunale ha emesso una sentenza di assoluzione con formula piena per un giovane di 34 anni e la sua compagna, entrambi imputati per coltivazione e detenzione di piante di canapa. Le piante erano state trovate dai Carabinieri il 8 ottobre 2020 nell’appartamento in cui vivevano insieme al padre del giovane, un uomo di 68 anni già noto alle forze dell’ordine.
Fin dall’inizio, i due imputati hanno negato di essere coinvolti nella vicenda, affermando che le piante appartenevano al padre del giovane, che aveva rivendicato la proprietà di tutto il materiale sequestrato. Nonostante ciò, il pubblico ministero li ha denunciati e rinviati a giudizio, sostenendo che non potevano non sapere dell’attività di coltivazione delle piante.
Dopo due anni di processo e numerosi testimoni ascoltati, il Tribunale ha deciso di assolvere i due imputati, accogliendo la tesi difensiva presentata dall’avvocato Rolando Iorio. Nonostante le richieste del pubblico ministero di condanna a pena detentiva, il giudice ha ritenuto che non vi fossero prove sufficienti per condannare i due imputati.
La sentenza ha quindi sancito l’innocenza del giovane e della sua compagna, entrambi incensurati, che hanno sempre sostenuto di essere estranei alla coltivazione delle piante di canapa. Una decisione che ha portato sollievo e gioia agli imputati e ai loro familiari, dopo due lunghi anni di processo.