Tre medici dell’ospedale Rummo sono stati inseriti nel registro degli indagati in seguito alla denuncia presentata dai familiari di una donna settantenne di Napoli, deceduta all’alba di lunedì dopo un intervento al reparto di Neurochirurgia. Dopo la morte della paziente, i parenti hanno presentato denuncia alla Polizia di Stato contro i medici che avevano effettuato l’intervento, scatenando una violenta reazione nel reparto.

Il procuratore Maria Colucci ha ordinato l’autopsia che sarà eseguita lunedì dal medico legale Massimo Esposito, insieme al neurochirurgo Daniele Vecchione e all’anatomopatologo Carmela Buonomo. Il presidente dell’Ordine dei medici, Giovanni Ianniello, ha condannato l’azione violenta dei familiari, sottolineando che atti del genere sono ingiustificabili e inaccettabili.

La violenza negli ospedali, come quella verificatasi al Rummo, sta diventando un fenomeno sempre più diffuso che mette a rischio la sicurezza del personale medico e infermieristico. È necessario agire per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro e per ridurre il rischio di aggressioni. Inoltre, bisogna promuovere una cultura che rispetti la figura del medico e che valorizzi il lavoro svolto nel settore sanitario.

L’azienda ospedaliera e il personale maltrattato potrebbero decidere di presentare una formale denuncia contro coloro che hanno compiuto atti di violenza e vandalismo. La rabbia cieca dei familiari della paziente ha causato danni ingenti al reparto di Neurochirurgia, mettendo in pericolo la sicurezza del personale e compromettendo il lavoro svolto per garantire cure mediche di qualità.

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