VALLE CAUDINA – Oltre due secoli di condanne (223 anni) per sedici imputati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti che dal Lazio finivano nelle piazze di spaccio della Valle Caudina, in particolare ad esponenti del clan Pagnozzi. Durissime le richieste di condanna avanzate dal pm antimafia Simona Belluccio nei confronti dei presunti partecipi al gruppo che riforniva droga. Una lunga requisitoria, quella del magistrato antimafia che ha coordinato le indagini dei Carabinieri davanti al Gup del Tribunale di Napoli Maria Laura Ciollaro. Le conclusioni, sul profilo associativo per il sostituto della Dda consegnano un quadro di “stabilità dei rapporti tra gli imputati” che emergerebbe dal collaudato “modus operandi”, dalla frequenza dei viaggi e delle cessioni, dall’assiduità degli incontri tra gli imputati, la cui allarmante personalità criminale risulta anche dalla perdurante operatività del sodalizio sino al mese di giugno, nonostante i diversi sequestri subiti sin dal mese di marzo.
In particolare, il modus operandi del sodalizio consisteva principalmente nell’acquistare sostanza stupefacente nella zona del litorale romano, per poi venderla non solo in territorio laziale, ma trasportarla anche in Valle Caudina e nel napoletano. Il principale protagonista del traffico doveva ritenersi Pagnozzi Erminio. Nella requisitoria viene anche delineato il ruolo di Paolo Pagnozzi, che secondo il pm antimafia avrebbe fatto da garante, nonché a volte anche finanziatore del gruppo.
Le richieste di condanna sono state molto severe per tutti gli imputati, con pene che vanno dai 4 anni ai 20 anni di reclusione. Il blitz della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha portato alla luce un’organizzazione criminale che gestiva un vero e proprio “fiume” di droga dal litorale laziale alla Valle Caudina, coinvolgendo numerosi soggetti e facendo emergere un quadro preoccupante di traffico di stupefacenti e tentata estorsione.
La sentenza è attesa per il prossimo 15 ottobre e si spera che possa portare giustizia e mettere fine a queste attività criminali che hanno infestato la Valle Caudina per troppo tempo.