Le finestre dell’abitazione erano chiuse con speciali chiavistelli e anche la camera da letto, dove la 31enne era segregata, era chiusa a chiave. La ragazza non poteva uscire da quella stanza nemmeno per andare in bagno. Le torture a cui la giovane venezuelana è stata sottoposta sono state descritte nella richiesta presentata dal sostituto procuratore Morris Saba per l’imputato, G.C., che è attualmente in carcere in attesa del processo.
Il Giudice per le Indagini Preliminari Piero Indinnimeo ha accettato la richiesta del magistrato di avviare il processo il prossimo 31 ottobre, ma è probabile che la vicenda si concluda prima. L’imputato, difeso dall’avvocato Pierluigi Spadafora, potrebbe optare per il giudizio abbreviato, ottenendo uno sconto sulla pena. Le prove raccolte dalla Procura sono gravissime e confermate dalla vittima durante un incidente probatorio. Nella richiesta, il magistrato sottolinea la crudeltà dell’uomo accusato di tortura per il trattamento inumano e degradante riservato alla ragazza. La giovane era prigioniera nella stanza, privata del telefono cellulare e sottoposta a violenze fisiche.
La libertà per la ragazza è arrivata quando è riuscita a fuggire e chiedere aiuto. L’uomo è stato arrestato mentre cercava di riportarla indietro.