Il noto imprenditore del mondo della vita notturna, Enzo Bove, può finalmente respirare un po’ di sollievo: non sarà più costretto a presentarsi alla polizia giudiziaria tre volte alla settimana, così come i suoi colleghi Domenico Zeno e Massimo Sileo. Questa decisione è stata presa dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Salerno, che hanno revocato l’ultima misura cautelare a carico dei tre imprenditori coinvolti in un’inchiesta sul presunto riciclaggio nel settore della ristorazione e dei locali pubblici della movida salernitana.

Il processo è in corso da diversi mesi e, nonostante le accuse pesanti mosse dalla procura salernitana, i giudici dibattimentali hanno deciso che non vi è più necessità di imporre alcuna misura cautelare ai tre imputati. Il comportamento corretto tenuto fino a questo momento e il rispetto delle prescrizioni imposte hanno portato alla revoca delle restrizioni.

L’inchiesta ha portato alla luce una presunta associazione a delinquere, trasferimenti fraudolenti di valori, riciclaggio di denaro, truffa ai danni dello Stato e altre gravi accuse. I legali difensori avranno modo di presentare consulenze e testimoni a discarico durante il dibattimento, che si preannuncia lungo e complesso.

Enzo Bove ha sempre negato le accuse mosse nei suoi confronti, sostenendo di essere il legittimo proprietario dei suoi locali e non un prestanome come ipotizzato dagli inquirenti. L’inchiesta ha coinvolto anche altri imprenditori e professionisti, accusati di intestare fittiziamente società per eludere i controlli patrimoniali e mascherare i guadagni.

Nonostante il blitz delle autorità che ha portato al sequestro di diverse attività commerciali, tra cui bar e ristoranti a Salerno e Roma, Enzo Bove e i suoi colleghi continuano a gestire i propri locali con l’ausilio di un amministratore giudiziario. Il processo continuerà a fare il suo corso, mettendo alla prova la difesa degli imputati e la validità delle prove presentate dall’accusa.

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