La storia della stampa è strettamente legata alla figura di Johannes Gutemberg, considerato giustamente l’inventore di questa importante tecnologia. Gutemberg, abile incisore orafo, riuscì a fabbricare i caratteri necessari per stampare, creando così i primi multipli per fusione nel 1455.

Non fu però un percorso facile per Gutemberg, che impiegò anni per realizzare la sua celebre Bibbia a 42 linee. Nonostante il grande impegno, l’impresa non fu redditizia e Gutemberg decise di non proseguire. Stanco, malato e deluso, si lasciò andare verso la fine, abbandonato nella città di Magonza assediata da Adolfo di Nassau nel 1462.

Durante la fuga dalla città, due chierici che avevano lavorato con Gutemberg nei torchi della sua stamperia, Arnold Pannartz e Conrad Sweynheim, decisero di raggiungere Roma per impiantare una nuova stamperia alla corte dei Papi. Tuttavia, le loro aspettative furono deluse dall’indifferenza dei prelati romani, concentrati solo sugli intrighi di palazzo e gli affari di indulgenze.

Nonostante ciò, Pannartz e Sweynheim non si arresero e si rifugiarono a Subiaco, dove impiantarono la loro stamperia. Fu in questo luogo che vennero stampati i primi incunabuli italiani, tra cui il “Lattanzio” e il “Cicerone” nel 1465.

La questione su quale dei due tomi di Subiaco sia stato stampato per primo rimane ancora un mistero, ma merita sicuramente una riflessione più approfondita. La storia della stampa e dei suoi pionieri come Gutemberg, Pannartz e Sweynheim ci ricorda l’importanza di perseverare nonostante le difficoltà e di continuare a portare avanti le proprie idee e progetti, anche quando sembrano incontrare ostacoli insormontabili.

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