Le aggressioni contro gli operatori sanitari in Italia sono in costante aumento, con una media di un’aggressione alla settimana. I professionisti più esposti sono coloro che lavorano nei pronto soccorso e nelle guardie mediche, dove spesso operano da soli in zone isolate. Secondo i dati dell’Osservatorio salute lavoro dell’Università Federico II di Napoli, sono stati registrati oltre 150 episodi di violenza fisica e verbale solo nella regione Campania nel 2024, con una cinquantina di casi in provincia.

Le cause principali di queste aggressioni sono la carenza di personale sanitario, la disorganizzazione negli ospedali, i lunghi tempi di attesa e la mancanza di comunicazione tra il personale e i pazienti. Inoltre, la presenza limitata delle forze dell’ordine negli ospedali durante gli orari più critici contribuisce a rendere questi luoghi sempre meno sicuri per gli operatori sanitari.

In provincia di Salerno, dove ci sono 9 pronto soccorsi e 56 presidi di primo soccorso, il personale sanitario si trova spesso a lavorare in condizioni di forte difficoltà, tra carenze di organico e presidi isolati. In particolare, la zona del Cilento risulta essere la più a rischio, con 114 medici previsti ma molte aree lasciate scoperte.

È evidente che le azioni adottate finora non sono state sufficienti ad arginare questo fenomeno, che rappresenta la principale motivazione di fuga di medici e infermieri dal settore sanitario. È necessario un intervento urgente per garantire la sicurezza e il benessere degli operatori sanitari, che svolgono un ruolo fondamentale nella società.

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