Lo scorso maggio, l’ospedale Cardarelli di Napoli è stato uno dei primi in Italia ad adottare un protocollo standardizzato per la prevenzione e gestione delle aggressioni in corsia. Questo protocollo prevede sostegno legale per denunciare eventuali violenze subite dai dipendenti, monitoraggio da parte del Servizio protezione e prevenzione, sostegno psicologico e prevenzione con l’impiego di un infermiere dedicato all’informazione e accoglienza dei pazienti e dei loro familiari.

Antonio D’Amore, manager del Cardarelli di Napoli e vicepresidente nazionale Fiaso, ha spiegato che il servizio attuato in pronto soccorso mira a migliorare la comunicazione con i familiari in attesa. Un infermiere appositamente formato si reca ogni ora in sala d’attesa per rispondere alle domande dei parenti, informandoli sui tempi di attesa e sulle alternative di assistenza ambulatoriale.

Il Cardarelli ha registrato 38 episodi di aggressioni da inizio anno a fine agosto, con il 40% di casi al Pronto soccorso e il restante 60% nei reparti. Per contenere il fenomeno, sono in corso interventi di riorganizzazione degli spazi e un protocollo interno che consente di denunciare direttamente gli autori delle violenze.

Nonostante i progressi, è evidente che c’è ancora molto da fare per migliorare l’accoglienza e la sicurezza del personale ospedaliero. È necessario coinvolgere tutti gli attori coinvolti, compresi i sindacati, e lavorare sulla prevenzione e formazione per contrastare la violenza in ambito sanitario.

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