Il terribile omicidio di Gennaro Raimondino, avvenuto lo scorso 31 agosto alla periferia di Napoli, ha sconvolto l’intera città. Il giovane di soli 20 anni è stato ucciso brutalmente e il suo corpo è stato poi bruciato nelle campagne circostanti, tutto a causa di contrasti legati alla gestione dello spaccio di droga.

L’autore di questo terribile crimine è un minorenne, il quale è stato già posto in custodia cautelare in un Istituto Penale per Minorenni. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Napoli hanno permesso di individuare il luogo dove è avvenuto l’omicidio e le modalità con cui è stato perpetrato. Sembrerebbe che il giovane sia stato ucciso a bruciapelo con diversi colpi d’arma da fuoco, per poi essere trasportato e bruciato in aperta campagna insieme a complici.

Le motivazioni di questo atroce gesto sembrano essere legate ai dissidi nella gestione dell’attività di spaccio di droga e alla suddivisione dei profitti tra i criminali coinvolti. Inoltre, durante le indagini è stato fermato un altro indagato maggiorenne, ritenuto complici nel favoreggiamento, occultamento e distruzione del cadavere di Raimondino, oltre alla scoperta dell’arma utilizzata per commettere il delitto.

La città di Napoli è ancora sotto shock per questa terribile vicenda, che ha portato alla luce la violenza e la brutalità di certi ambienti criminali. È importante che la giustizia faccia il suo corso e che i responsabili vengano puniti per questo terribile omicidio.

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