Intervista al Garante provinciale dei diritti dei detenuti dopo l’episodio di Bellizzi Irpino

Nel carcere di Bellizzi Irpino si è verificato un nuovo caso di violenza, con agenti sequestrati e picchiati e un detenuto vittima di una missione punitiva. Questo episodio tragico ha portato alla luce una situazione di tensione e sovraffollamento che da tempo preoccupa il garante provinciale dei diritti dei detenuti, Carlo Mele.

Secondo Mele, la casa circondariale di Avellino ha una capienza per 500 detenuti, ma attualmente ospita ben 640 persone, con alcune condizioni di detenzione che rasentano il ricovero ospedaliero. Questo quadro critico riflette il disagio sociale presente all’interno dell’istituto penitenziario, che si è trasformato in un luogo di sofferenza e violenza.

Il garante sottolinea l’urgente necessità di aumentare il personale di sorveglianza e di riflettere sul ruolo e sulle finalità della detenzione. Secondo Mele, è fondamentale che il carcere sia un luogo di rieducazione e non solo di punizione, come sancito dalla Costituzione.

Mele auspica un cambiamento positivo per il futuro del carcere di Avellino e di altre strutture penitenziarie, auspicando una maggiore attenzione e rispetto dei diritti dei detenuti. È fondamentale che si lavori per creare un ambiente sicuro e rispettoso all’interno delle carceri, garantendo una vera possibilità di reinserimento sociale per chi è detenuto.

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