Saviano: dalla tragedia alla speranza, a un mese dal crollo papà Antonio torna a casa

Un abbraccio lungo. Intenso e carico di speranza. Il primo pensiero non appena messo piede in ospedale è andato al piccolo Gennaro, poi il programma per ripartire senza dimenticare la tragedia che con fatica proverà a mettersi alle spalle. A lui era rivolto quel gesto d’affetto, Antonio ha stretto forte il suo bimbo: è stata quella la forza che gli ha permesso di non arrendersi quando lottava tra la vita e la morte. Con ancora addosso fasciature e cicatrici che il disastro dello scoppio della bombola di gas gli ha causato, Antonio Zotto, il papà 40enne scampato al crollo della palazzina, può tornare a casa.

Certo, non la sua, spazzata via dall’esplosione e ridotta a un cumulo di macerie raccolte nel corso di queste settimane dagli operai incaricati dalla procura, ma starà per il momento da alcuni parenti. La cosa più importante è che potrà abbracciare il piccolo di due anni, superstite – come lui – all’incubo che il 22 settembre gli ha stravolto la vita. E distrutto la famiglia. Antonio Zotto è rimasto un mese in ospedale a lottare per la vita e contro le ustioni provocate dall’esplosione nella sua abitazione, alla fine è stato giudicato non in pericolo di vita e da quel momento – nonostante avesse perso quasi tutto – ha ricominciato a pensare alla parola «futuro».

Un futuro al fianco del piccolo Gennaro di 2 anni e senza moglie, madre e altri due bambini: tutti vittime del cedimento dell’immobile al civico 5 di via Tappia Furignano in una maledetta domenica di fine settembre. Dovrà ancora sottoporsi ai controlli e alle cure dei medici, potrà però stare vicino al suo piccolo, il 40enne dipendente di un supermercato che si stava lavando i denti quando gli è crollato il mondo addosso. Letteralmente. E’ stato il primo a essere estratto dalle macerie della sua abitazione, dopo di lui il figlioletto Gennaro di due anni. Le uniche vite scampate alla morte. Poi i cadaveri di Lia e Giuseppe ma anche di mamma Enza e la nonna dei bambini Autilia.

Una tragedia che ancora oggi fa tremare i polsi e non soltanto ai residenti della comunità di Saviano che per ore hanno atteso che dalla palazzina distrutta uscissero i corpi dei superstiti. Non è andata per tutti così. Lo scoppio della palazzina avvenuto un mese fa è stato scatenato dall’esplosione di una bombola di gas in seguito a una fuga di gas. L’ipotesi della magistratura ha trovato le prime conferme dopo il ritrovamento del cadavere dell’anziana di 81 anni, in parte carbonizzato. Per le forze dell’ordine lo scoppio sarebbe avvenuto proprio nell’appartamento al primo piano della palazzina in cui viveva la nonna dei bambini, mentre tutta la famiglia Zotto era al piano terra.

Dopo la tragedia che ha colpito la famiglia di Saviano è partita una raccolta fondi, sostenuta anche dall’amministrazione, per aiutare economicamente papà e figlio che in quella esplosione hanno perso tutto: i loro affetti, ma anche un tetto sicuro sotto cui stare.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui