Un 53enne di San Giorgio La Molara è stato assolto in appello da una condanna a 2 anni e 6 mesi per maltrattamenti nei confronti della moglie. La sentenza è stata emessa perché il fatto non sussiste, in quanto non sono emersi elementi sufficienti per configurare il reato, come l’abitualità delle azioni contestate. L’uomo era accusato di aver percosso, minacciato e ingiuriato pesantemente la donna, creando un ambiente di vita mortificante e vessatorio. Tuttavia, i giudici di secondo grado hanno stabilito che non ci sono prove sufficienti per dimostrare la sussistenza di tali comportamenti.

Gli episodi contestati risalgono entrambi a giugno 2018: in uno di essi l’uomo avrebbe cacciato la moglie di casa, mentre nell’altro si sarebbe recato dai genitori della donna per vedere il figlio e, di fronte alle resistenze della moglie, avrebbe minacciato e rotto un vetro con un pugno. Nonostante le accuse, la corte d’appello ha ritenuto che non ci siano prove concrete per confermare la colpevolezza dell’uomo.

L’avvocato Antonio Leone ha difeso il 53enne durante il processo, sottolineando la mancanza di elementi probatori che dimostrino la colpevolezza del suo assistito. La decisione della corte di appello ha quindi sancito l’assoluzione dell’uomo, che può ora tornare alla sua vita quotidiana senza il peso di una condanna ingiusta.

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