Un sistema di corruzione legato agli appalti del Pnrr e all’accoglienza dei migranti è stato scoperto grazie a un’indagine condotta dall’ufficio di Roma della Procura Europea.

L’inchiesta ha rivelato un’organizzazione criminale che ha infiltrato i progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, mettendo così a rischio i progetti per il futuro del Paese. Appalti truccati, fondi pubblici dirottati verso interessi privati e servizi essenziali compromessi: questo il quadro inquietante emerso dall’operazione “The Good Lobby”.

Imprenditori senza scrupoli, professionisti corrotti e funzionari pubblici complici hanno lucrato sulla ricostruzione, sottraendo risorse preziose alle comunità locali e mettendo a rischio il futuro di intere regioni. Le conseguenze di questo scandalo sono gravissime: ritardi nei lavori, aumento dei costi, erosione della fiducia dei cittadini nelle istituzioni e un danno all’immagine internazionale dell’Italia.

I progetti finanziati con i fondi del Pnrr, destinati a creare nuovi posti di lavoro, a migliorare le infrastrutture e a favorire la transizione ecologica, rischiano di rimanere incompiuti o di essere realizzati con standard qualitativi inferiori.

Nell’inchiesta sono coinvolti anche imprenditori napoletani e stamane gli agenti della Polizia di Stato hanno eseguito misure cautelari personali e sequestri emessi dal Gip del Tribunale di Frosinone nell’ambito dell’operazione “The Good Lobby”.

Le misure sono rivolte contro un gruppo di persone fortemente indiziate di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione per l’assegnazione di appalti pubblici finanziati dal Pnrr e per la gestione dell’accoglienza dei migranti.

Questa inchiesta rappresenta uno dei primi risultati delle indagini coordinate dalla Procura Europea (Eppo) riguardanti la corruzione legata ai fondi Pnrr.

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