Questa mattina si è tenuta l’udienza al Tribunale del Riesame per discutere della richiesta di revoca degli arresti per Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno, sospeso dalle sue funzioni a seguito delle accuse di corruzione.
I legali di Alfieri, Agostino De Caro e Domenicantonio D’Alessandro, hanno sollevato una questione di competenza territoriale. Secondo la difesa, il presunto atto corruttivo alla base dell’inchiesta si sarebbe concretizzato a Torchiara, ricadendo quindi sotto la giurisdizione del Tribunale di Vallo della Lucania e non di quello di Salerno. Se questa tesi venisse accolta, l’ordinanza di custodia cautelare sarebbe nulla e gli atti passerebbero alla Procura di Vallo della Lucania, con la conseguente possibilità di scarcerazione per tutti gli indagati.
L’obiettivo è quello di ottenere perlomeno una attenuazione della misura cautelare per Alfieri, come i domiciliari.
I difensori hanno inoltre contestato l’interpretazione delle intercettazioni telefoniche, sostenendo che i contenuti non dimostrerebbero né l’esistenza di un accordo corruttivo né il rischio di inquinamento probatorio. Secondo i legali, le conversazioni sarebbero state estrapolate dal contesto e interpretate in modo parziale, senza considerare gli elementi a favore degli indagati.
Oltre ad Alfieri, anche Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, titolare e procuratore speciale della Dervit, hanno chiesto la revoca degli arresti domiciliari. I loro avvocati hanno presentato le stesse istanze, sottolineando l’infondatezza delle accuse e l’assenza di elementi probatori sufficienti.
Il Tribunale del Riesame si è riservato di decidere sulle richieste di revoca delle misure cautelari, con la decisione attesa nelle prossime ore. Nel caso in cui il Riesame confermasse le ordinanze di custodia cautelare, i legali di Alfieri e degli altri indagati potrebbero ricorrere in Cassazione.
Intanto è attesa entro domani la decisione per Andrea Campanile, comparso davanti ai giudici lo scorso 24 ottobre.