Napoli. L’inchiesta sulla 167 di Arzano, che ha portato alla luce armi, spaccio di stupefacenti ed estorsioni, ha superato anche il secondo grado di giudizio. In appello, nonostante le diciannove condanne della prima sezione, sono state rideterminate numerose pene, con sconti significativi per alcuni imputati.
La corte di appello di Napoli ha rideterminato le seguenti condanne: Giuseppe Monfregolo, 11 anni; Francesco Monfregolo, 10 anni; Anna Monfregolo, 10 anni; Luisa Grassini, 10 anni; Ciro Laezza, 5 anni e 11 mesi. Esclusa l’accusa di capi e promotori, oltre all’aggravante della recidiva, per Mario D’Aria e Vincenzo Mormile, che hanno ricevuto rispettivamente 13 anni e 2 mesi e 8 anni. Altri imputati hanno visto esclusa la recidiva e ricevuto pene rideterminate.
La faida tra i clan Cristiano-Mormile e Monfregolo ha tenuto sotto scacco gran parte dell’hinterland a nord di Napoli. Dopo la retata del 2022, il processo di primo grado ha visto il pubblico ministero invocare ventisette condanne, con pene fino a vent’anni di reclusione per i capi e promotori. Tra gli arrestati figuravano anche Pasquale Cristiano, Vincenzo Mormile e Giuseppe Monfregolo.
L’inchiesta ha portato alla luce un’organizzazione criminale che controllava il mercato dello spaccio di droga e del racket ai commercianti. Gli imputati hanno affrontato il processo e ora, con le pene rideterminate, dovranno scontare le loro condanne.