I due squali volpe trovati morti spiaggiati a Torre del Greco la settimana scorsa sono stati uccisi in maniera volontaria da pescatori professionisti che hanno utilizzato la tecnica del palangaro. L’autopsia effettuata dagli esperti della Stazione Zoologica Anton Dohrn ha rivelato che la femmina era anche incinta di quattro cuccioli. Gli animali sono stati catturati con un amo da pesca e abbandonati, probabilmente con l’intenzione di venderli illegalmente.
La carne di squalo, sebbene non pregiata, è commestibile e il commercio di specie protette è un reato. Gli squali volpe sono stati ritrovati legati a una cima con la coda e vincolati a un corpo galleggiante, con segni di lesioni compatibili con l’infissione di un amo da pesca. Questo episodio evidenzia l’impatto negativo delle attività umane sulla biodiversità marina e la minaccia che la pesca non selettiva rappresenta per molte specie di squali nel Mediterraneo.
La Stazione Zoologica Anton Dohrn ha sottolineato l’importanza di sensibilizzare i pescatori sulla protezione delle creature marine e ha lanciato un appello per una maggiore tutela delle specie di elasmobranchi. Nel Golfo di Napoli sono presenti oltre 50 specie di squali e razze, che vanno dal piccolo gattuccio al grande squalo elefante. È fondamentale proteggere queste specie minacciate dall’estinzione e promuovere pratiche di pesca sostenibili per preservare la biodiversità marina.