Il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, aveva manifestato la sua paura di essere ucciso al suo amico vicesindaco di Lustra, Domenico Vaccaro, pochi giorni prima che la sua tragica fine si compisse. Secondo quanto emerso dall’ordinanza, Vassallo era consapevole della presenza di un’organizzazione criminale operante secondo gli schemi camorristici nel territorio, tanto da confidare a Vaccaro i suoi timori per la sua incolumità e per la diffusione della camorra nel Cilento.
Vaccaro ha reso testimonianza agli inquirenti nel 2021, raccontando che Vassallo aveva visto e appreso cose che sarebbe stato meglio non conoscere, e che temeva per la sua vita. Il sindaco aveva modificato radicalmente le sue abitudini per proteggersi, tornando a casa prima di mezzanotte, cambiando spesso strada e evitando di fermarsi per parlare con chiunque incontrasse per strada, anche se fosse un amico.
Le parole di Vassallo, raccontate da Vaccaro, rivelano la sua determinazione nel contrastare l’ingresso della camorra nel Cilento e il suo profondo timore di essere eliminato per le informazioni di cui era venuto a conoscenza. La sua morte ha lasciato un vuoto incolmabile nella comunità, ma la sua volontà di proteggere il territorio e i suoi cittadini rimarrà un esempio di coraggio e integrità per tutti.