Napoli. L’anno potrebbe iniziare con la prima intimidazione prenatalizia. Cinque colpi di pistola sono stati sparati contro un negozio di parrucchiere nel quartiere Mercato-Pendino, suggerendo che gli emissari del racket abbiano aperto la stagione delle minacce. Manca ancora del tempo prima delle festività più importanti dell’anno, ma la dinamica dell’attacco di ieri mattina è sospetta: tre proiettili hanno colpito la serranda del negozio, mentre altri due sono finiti su un muro vicino. Nonostante i danni limitati, l’obiettivo degli autori sembrava essere il messaggio da inviare piuttosto che il danneggiamento materiale.
L’allarme è stato dato intorno alle 5 del mattino, con diverse chiamate anonime al 113 che segnalavano gli spari. Inizialmente si temeva che fosse in corso un altro scontro tra babygang, ma presto è diventato chiaro che si trattava di un’azione intimidatoria piuttosto che di un conflitto tra giovani di quartieri diversi. L’ipotesi più probabile al momento è quella del “pizzo”, anche se non si esclude che il destinatario delle minacce potesse essere uno dei due minorenni coinvolti nel conflitto armato che ha portato alla morte di Emanuele Tufano.
Il proprietario del negozio non ha riferito di aver ricevuto minacce di alcun genere, ma la polizia considera che i taglieggiatori potrebbero aver sparato come avvertimento prima di chiedere il “pizzo”. Le testimonianze raccolte suggeriscono che due persone su uno scooter siano responsabili degli spari, con il passeggero che ha sparato cinque volte con una pistola calibro 22, colpendo sempre il bersaglio. La Scientifica della polizia ha effettuato un’accurata indagine sul posto, raccogliendo i bossoli.
Storicamente, la camorra richiede il “pizzo” a Pasqua, Ferragosto e Natale, quando si presume che i commercianti abbiano maggiori guadagni. Gli investigatori sottolineano che l’estorsione è un reato facilmente perseguibile, a condizione che le vittime denuncino.