Il caso del delitto del sindaco Angelo Vassallo avvenuto a Pollica nel settembre del 2010 ha riaperto una ferita mai del tutto rimarginata. Dopo anni di indagini e depistaggi, finalmente sembra che la verità stia emergendo.
Il colonnello dei carabinieri, Fabio Cagnazzo, è stato individuato come uno dei principali responsabili di questo omicidio e di tutto il groviglio di menzogne che lo ha circondato per così tanto tempo. Le prove contro di lui sono schiaccianti, dal suo Dna sul mozzicone di sigaretta trovato sul luogo del delitto alle testimonianze dei collaboratori di giustizia.
Ma nonostante tutto questo, c’è ancora un vuoto di 120 secondi che nessuno è riuscito a colmare: i due minuti in cui Angelo Vassallo è stato ucciso. Chi è il vero killer? Chi ha agito in quei momenti cruciali? Queste sono domande che ancora restano senza risposta.
Il gip ha definito Cagnazzo come un individuo spregiudicato e pericoloso, capace di depistare le indagini per anni per coprire i veri responsabili dell’omicidio. Il suo comportamento dopo il delitto, l’allontanamento dalla comitiva di amici e il ritorno al ristorante solo dopo 23 minuti, sono tutti elementi che lo incriminano ulteriormente.
Oggi, Cagnazzo si trova in ospedale dopo un malore, ma presto sarà interrogato dal gip per cercare di far luce su tutti i lati oscuri della sua vicenda. Da eroe della lotta alla criminalità organizzata a accusato di concorso in omicidio, la sua caduta è stata vertiginosa.
Ma la giustizia è finalmente in cammino e, con ogni passo avanti nelle indagini, ci avviciniamo sempre di più alla verità su chi ha ucciso il sindaco Vassallo e perché. Speriamo che questo tragico evento possa finalmente trovare una conclusione e che la giustizia possa essere fatta per la memoria di Angelo Vassallo e per tutti coloro che lo hanno amato e rispettato.