Il giorno successivo al lungo interrogatorio di Romolo Ridosso, la procura di Salerno, guidata dal procuratore capo Giuseppe Borrelli, è già al lavoro per riesaminare alcuni dei testimoni interrogati nel corso dei dieci anni di indagine. I verbali dell’ex collaboratore di giustizia sono attualmente protetti, ma le prime convocazioni nella cittadella giudiziaria sembrano essere già in corso. L’approfondimento investigativo mira a confermare le dichiarazioni di Ridosso, difeso dall’avvocato Michele Avino, e potrebbe portare a una svolta nelle indagini sull’omicidio del sindaco Angelo Vassallo. Gli indagati, tra cui il colonnello Fabio Cagnazzo, il brigadiere Lazzaro Cioffi, l’imprenditore Giuseppe Cipriano e lo stesso Ridosso, rischiano di vedere la partita giudiziaria prendere una piega decisiva durante la fase di Riesame.
Mentre i legali dei primi tre indagati si preparano alla battaglia legale studiando le 80.000 pagine dell’inchiesta, il difensore di Ridosso deve ancora definire la strategia da adottare. Sarà il pentito stesso a decidere se presentarsi al Riesame o richiedere la revoca della misura restrittiva. Attualmente detenuto per altri reati a Ferrara, Ridosso non uscirà di prigione prima del 2034. La partita giudiziaria si gioca su una scacchiera dove ogni mossa può rivelarsi determinante, con la possibilità che venga riconosciuto nuovamente come collaboratore di giustizia se le sue dichiarazioni verranno confermate.
L’inchiesta, che ha portato a quattro arresti dopo 14 anni, lascia ancora aperto il mistero sul mandante dell’omicidio di Vassallo. Gli indagati sono accusati di aver partecipato alla pianificazione del delitto, ma il vero assassino rimane ignoto. Il movente legato allo spaccio di droga è ben definito, considerando che Acciaroli e Torre Caleo sembrano essere stati territori contesi dai clan napoletani e dai narcotrafficanti sudamericani. Le circostanze dell’omicidio suggeriscono che Vassallo conoscesse il suo assassino, avendo manifestato paura e cambiato abitudini per evitare incontri sospetti. Le prove indicano che potrebbe essere stato coinvolto uno spacciatore imbottito di droga, ma la posizione del corpo e dell’auto suggeriscono che Vassallo potesse essere stato fermato per una conversazione, prima di essere ucciso con nove colpi ravvicinati.
La verità sull’omicidio di Angelo Vassallo resta ancora da scoprire, ma l’inchiesta in corso potrebbe finalmente far luce su questa vicenda intricata e dolorosa.