Il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Milano ha emesso 47 provvedimenti restrittivi nei confronti di indagati ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata all’evasione dell’Iva intracomunitaria nel commercio di prodotti informatici e al riciclaggio dei relativi profitti. I provvedimenti riguardano anche reati fallimentari legati alla gestione di alcune società coinvolte. Sette indagati sono stati emessi mandati di arresto europeo, con quattro di essi localizzati in Repubblica Ceca, Olanda, Spagna e Bulgaria. Sono stati sequestrati beni, valori e denaro per oltre 520 milioni di euro, individuati come profitto della frode, e complessi residenziali ed immobiliari del valore di oltre 10 milioni di euro sono stati sequestrati a Cefalù e in altre località. Tra i personaggi coinvolti ci sono esponenti della camorra e della mafia, accusati di aver agevolato consorterie criminali e di aver utilizzato il metodo mafioso per gestire i profitti illeciti. La banda malavitosa è accusata di aver reinvestito i proventi illeciti nel circuito della frode all’Iva per sostenere l’organizzazione criminale. I ruoli di alcuni indagati erano quello di garantire che gli affari fossero gestiti correttamente e di appianare eventuali conflitti tra le diverse organizzazioni criminali coinvolte.