L’omicidio di Angelo Vassallo è stato un evento tragico che ha scosso la comunità del Cilento. Il sindaco pescatore è stato ucciso brutalmente mentre tornava a casa, dopo aver trascorso una giornata ad Acciaroli. Le circostanze del suo omicidio sono state agghiaccianti: nove colpi sparati, sette dei quali hanno colpito il suo corpo, uccidendolo istantaneamente.
Le indagini sono state immediate e hanno coinvolto diverse istituzioni, tra cui i Carabinieri e la Direzione distrettuale antimafia di Salerno. Le ipotesi iniziali hanno subito puntato verso la criminalità organizzata, in particolare la camorra, che sembrava voler estendere i suoi interessi nel Cilento. Angelo Vassallo era un fermo oppositore di queste infiltrazioni criminali e si batteva attivamente per la legalità nella sua comunità.
Le sue preoccupazioni erano ben note ai suoi amici e collaboratori, come Domenico Vaccaro, che ricorda le ultime parole di Vassallo riguardo alla sua paura di essere eliminato. Il sindaco voleva parlare con il Comandante dei Carabinieri per condividere informazioni cruciali riguardo alla presenza della camorra nel territorio.
La sua morte ha rappresentato non solo la perdita di un uomo coraggioso e determinato, ma anche la fine di una speranza per il Cilento. Angelo Vassallo si è opposto con tutte le sue forze all’illegalità e alla criminalità organizzata, diventando un simbolo di resistenza e integrità per la sua comunità.
Le indagini sull’omicidio di Angelo Vassallo sono ancora in corso, ma una cosa è certa: il suo sacrificio non sarà dimenticato e continuerà a ispirare coloro che lottano per un Cilento libero da criminalità e corruzione.