Le condanne per il traffico internazionale di rifiuti

Dopo l’assoluzione della parte governativa, sono arrivate le condanne per gli imprenditori e alcuni funzionari delle dogane in Tunisia. Le sentenze riguardano il traffico internazionale di rifiuti partiti da Polla e arrivati nel porto di Sousse, in Africa. L’inchiesta ha portato al blocco di tre carichi di rifiuti non pericolosi provenienti dalla zona industriale di Polla e raccolti tra Vallo di Diano e Cilento. In Italia, l’indagine è ancora in corso, con l’aggiunta del rogo dei rifiuti illegali rimpatriati e stoccati a Persano.

La Corte d’appello di Tunisi ha assolto due ex ministri dell’Ambiente dall’accusa di essere coinvolti nell’importazione illegale di rifiuti dall’Italia. Altri imputati, tra cui il titolare dell’azienda importatrice, sono stati condannati a pene fino a 20 anni. La vicenda ha avuto inizio nel 2019 con un contratto tra un’azienda calabrese e una tunisina, che poi è passato alla ditta Sra di Polla per l’invio di 120mila tonnellate di rifiuti non pericolosi in Tunisia. Tuttavia, i container ispezionati dalla Dogana di Sousse contenevano scarti di ogni tipo, provenienti dall’Italia senza alcun trattamento preventivo.

Le dogane tunisine hanno scoperto centinaia di container di rifiuti domestici, importati illegalmente e presentati come rifiuti plastici non pericolosi. In Italia, l’inchiesta ha portato all’arresto di dieci persone, tra cui funzionari regionali e il proprietario della Soreplast. I container di rifiuti provenienti da Salerno, bloccati in Tunisia nel 2020, sono stati riportati in Italia nel 2022 e successivamente andati in fiamme a Persano. La vicenda ha coinvolto 26 persone in Tunisia e ha generato un lungo braccio di ferro tra Regione, Governo italiano e Governo tunisino.

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